È noto che i veicoli come gli Space Shuttle (ormai in pensione) utilizzano dei potenti razzi per uscire dall’atmosfera terrestre; questo per il fatto che è necessaria una enorme forza di spinta. Una volta arrivati nello spazio, è possibile muovere la navicella in modi molto più semplici e efficienti.
Ma i razzi sono ingombranti. Non a caso, appena lo Shuttle si trova a distanza opportuna vengono espulsi e fatti precipitare nell’oceano, con l’aiuto di alcuni paracadute per rallentarne la discesa. In pochi si chiedono, però, cosa ne è di questi “booster” una volta che raggiungono il mare.
La risposta è data in modo davvero esauriente dal seguente video della NASA, che mostra come avviene il recupero dei razzi (booster) dell’ultimo volo dello Shuttle Discovery. Una volta recuperati, i razzi vengono eventualmente riforniti di propellente per missioni future.
Questo ci fa capire come ogni minima parte di ogni missione debba essere programmata nel dettaglio, e come anche i momenti apparentemente più insignificanti si rivelino in realtà delle vere e proprie sotto-missioni affascinanti.
Ecco il video:
griseofulvin isoelectric point fcedeccgddcd